La strada verso la formazione del nuovo governo si fa
tortuosa e in salita. Bersani, dopo aver ricevuto l’incarico dal Presidente
Napolitano, intensifica la sua attività di scouting, presumibilmente nel
contenitore grillino considerata la sua chiusura al Pdl e ad un governo di
larghe intese, con la speranza di racimolare i numeri necessari per formare una
maggioranza al Senato.
Il leader del Pd è consapevole che, anche se riuscisse ad ottenere la fiducia in entrambe le camere, il governo che si appresterebbe a presidiare sarebbe destinato ad una breve scadenza, ma forse questo è proprio quello che vuole il leader democrat. Fare fuori il centrodestra e Berlusconi, fregandosene della cospicua parte di elettorato che questi rappresentano, e realizzare alcune delle cose che si erano preposti in modo da utilizzarle come cavallo di battaglia nella prossima campagna elettorale, non tanto lontana secondo i piani di Bersani.
Il leader del Pd è consapevole che, anche se riuscisse ad ottenere la fiducia in entrambe le camere, il governo che si appresterebbe a presidiare sarebbe destinato ad una breve scadenza, ma forse questo è proprio quello che vuole il leader democrat. Fare fuori il centrodestra e Berlusconi, fregandosene della cospicua parte di elettorato che questi rappresentano, e realizzare alcune delle cose che si erano preposti in modo da utilizzarle come cavallo di battaglia nella prossima campagna elettorale, non tanto lontana secondo i piani di Bersani.
Così facendo, Bersani, accetterebbe anche di mettersi a capo
di un esecutivo sotto costante ricatto grillino, se mai dovesse riuscire nella
sua opera di persuasione. In perfetto stile ed in perfetta coerenza con
le esperienze di governo della sinistra italiana. I cinque stelle, dal
canto loro, fanno sapere di non voler appoggiare nessun tipo di esecutivo, anzi
propongono al capo dello Stato, in occasione delle consultazioni, un governo a
cinque stelle, forti della loro convinzione di essere il primo partito in
Italia. Peccato però che i numeri del Viminale riguardanti le ultime elezioni
li smentiscano.
Ma il compito per Bersani si fa piuttosto arduo. Il
leader dei democratici deve far fronte anche alle varie correnti che si vanno
formando nel suo partito in relazione alle varie ipotesi di formazione
del governo. C’è chi propone un’alleanza che comprenda anche il Pdl, chi invece
vuole tenersi alla larga da Berlusconi e condanna i fautori di un governo di
larghe intese accusandoli di indebolire il leader del partito e chi più ne ha
più ne metta. ItaliaFutura afferma che non voterà nessun governicchio e che
senza i voti di Scelta Civica la palla passa di nuovo al Presidente Napolitano.
Il centrodestra chiaramente non resta a guardare e si
prepara già in assetto tipico da campagna elettorale. Berlusconi e i suoi
si presentano in piazza con tanto di slogan e sbeffeggiamenti agli avversari
politici rimasti trombati nell’ultima tornata elettorale. La strategia
elettorale del Cavaliere, invece, è quella di far leva sull’irresponsabilità di
Bersani, reo di non aver voluto formare un governo di larghe intese,
infischiandosi totalmente delle condizioni in cui versa il paese. Anche se,
secondo quanto emerso nelle ultime ore, Berlusconi non sembra essersi ancora
rassegnato all’idea di rimanere fuori dai giochi e avanza un’ennesima proposta
a Bersani: governo capitanato dal leader del Pd con Angelino Alfano
vicepresidente.
Il tutto con l’Italia che resta a guardare e con un
disperato bisogno di essere governata. I mercati fino ad ora si stanno
dimostrando clementi e lo spread non è schizzato alle stelle, come ci si poteva
immaginare dopo la constatazione della situazione di avvilente instabilità
istituzionale. A questo proposito ci ha pensato il capo di Confindustria, Squinzi,
a ricordare la situazione in cui si trova questo paese, vicinissimo alla fine a
suo parere.
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